Horiki Katsutomi

Tra mare e cielo (o, potremmo dire, tra vita e morte) la navigazione di Ulisse procede senza riferimenti, senza conoscenze certe, senza bussola. L’Odissea di cui parla Horiki non è più un libro, è la vita che si ripete uguale, in una recita immutata.

L’immagine non è creata per via di porre, ma per via di levare. Nasce da un alitare leggero del colore, da “velature” sovrapposte: dove col termine “velature” non si intende una tecnica, ma un velo metafisico, un velo di luce che si deposita sulla tela”.

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