“Già nella Storia della Vera Croce, come ultimamente per l’Odissea, Horiki distilla un discorso informato a una mistica dell’immagine che, al limite, propone l’aniconismo come via per il recupero dell’invisibile, solo così – pare dirci – si potrà impedire che il simbolo stesso della croce si svaluti, cessando di rappresentare un’idea di salvezza per diventare idolo”.